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COLDCASE

Ciccio e Tore, dopo 18 anni l’agghiacciante verità sui fratellini trovati in un pozzo

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Ilaria Macchi

Il caso dei fratellini Ciccio e Tore Pappalardi, trovati senza vita in un pozzo, ha sconvolto l’Italia, ora lo scenario sembra diverso.

Alcuni casi di cronaca appaiono talmente efferati da restare impressi nella mente di tutti o quasi, che possono quindi essere interessati a sapere come possano evolvere le indagini. A volte alcuni dettagli appaiono difficili da decifrare, per questo nemmeno il passare degli anni consente di eliminare del tutto i dubbi che possono emergere, ma che non contribuiscono ovviamente a eliminare la voglia di giustizia dei familiari.

Il caso dei fratellini Ciccio e Tore aveva sconvolto l’Italia – Foto | RaiPlay – Chihaucciso.it

Emblematico è quello che è accaduto a Ciccio e Tore Pappalardi, due fratellini di 13 e 11 anni, ritrovati senza vita in un pozzo il 25 febbraio 2008, a distanza di due anni dalla loro scomparsa. In un primo momento si era addirittura pensato a un coinvolgimento da parte del padre, Filippo, che è stato però poi assolto.

Ciccio e Tore Pappalardi: si cerca ancora la verità

Il trascorrere degli anni non basta certamente a lenire il dolore per la scomparsa dei propri figli, avvenuta quando erano solo dei bambini e in modo decisamente atroce. Questo è quanto accaduto a Ciccio e Tore Pappalardi, che si sono ritrovati completamente soli in un pozzo, dove forse erano finiti insieme ad alcuni amici per un gioco finito male.

La mamma, Rosa Carlucci, non ha smesso di chiedere giustizia e lo fa ancora adesso, nella speranza che la giustizia non smetta di interessarsi al suo caso.

“Riteniamo che due bambini in tenera età non possano essere recati spontaneamente in un casolare sperduto poco prima di mezzanotte – sono le parole di Giovanni Ladisi, l’avvocato della donna a ‘Diva e donna’ -. Furono indotti o costretti a recarsi lì. Noi non puntiamo il dito contro nessuno, con questa istanza offriamo degli spunti perché pensiamo che le indagini vadano riaperte”.

Rosa Carlucci, la mamma di Ciccio e Tore, vuole la verità – Foto | Tgnorba. – Chihaucciso.it

Il timore di chi si trova coinvolto in una vicenda simile è proprio quello di dover avere a che fare con il tempo che passa, spesso un fattore che spinge le autorità che non hanno trovato molte certezze su un omicidio (n questo caso due) ad archiviare tutto, pur senza avere trovato il responsabile.

Rosa, invece, continua a sostenere che quella sera Ciccio e Tore fossero in compagnia di altri ragazzini che avrebbero nascosto quello che sapevano.

Lei non riesce ancora a darsi pace, anzi sostiene che la loro testimonianza avrebbe potuto essere utile per salvare i suoi figli.

La voglia di giustizia è forte

A sostenere Rosa c’è Filomena, l’altra sua figlia, che continuano a battersi affinché le indagini possano essere riaperte, convinte che ora ci siano elementi che possano essere utilizzati per riaprire le indagini e fare luce davvero su quanto accaduto. Il desiderio della mamma è che il suo grido non resti inascoltata, per questo non si stanca di chiedere aiuto: “Sono arrabbiata. Voglio che si faccia chiarezza: mi appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio per ottenere la verità”.

Il fascicolo in Procura è stato presentato, ora resta da capire se davvero servirà a qualcosa: “L’auspicio è che ci sia una riapertura delle indagini. Gli elementi sottoposti all’attenzione della Procura sono tre – spiega l’avvocato – la caduta dei bambini nella cisterna alle 23,30, poi elementi contraddittori in vecchie testimonianze, e un farmaco tranquillante rinvenuto vicino alla cisterna nella quale sono caduti i bambini”

Ilaria Macchi

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