Che fine ha fatto il mostro di Foligno? La risposta non è rassicurante

Tra gli anni ’80 e ’90, il nostro paese è stato scosso da diverse figure criminali: ma che fine hanno fatto? Hanno avuto pene esemplari?

Quando accade un caso di cronaca nera, tendiamo a seguirlo con molto interesse grazie a i telegiornali e i vari mezzi di comunicazione. Le figure inquietanti e disturbanti dei serial killer, con le loro azioni, vanno a scuotere i fondamenti di una comunità che fino a quel momento appariva tranquilla, lasciando dietro di loro terrore, morte ed incertezze.

Che fine ha fatto il mostro di Foligno
Sono diversi i casi di crime che negli anni ’90 hanno scosso il paese (chihaucciso.it)

Ci sono stati anni, in Italia, in cui i casi di cronaca nera di susseguivano uno dopo l’altro. Di molti di quei killer, però, non sappiamo più che fine abbiano fatto. Del resto, molto spesso, l’interesse scema col passare del tempo, soprattutto quando non vi è una risoluzione vera e propria del caso. Una delle vicende che ha colpito di più l’Italia degli anni ’90 è stata sicuramente quella del “mostro di Foligno”.

L’adescatore di bambini: la vicenda di Luigi Chiatti, il mostro di Foligno

Nato a Narni nel 1968, il primo nome del mostro di Foligno era Antonio Rossi, diventato poi Luigi Chiatti. Nasce da una giovane cameriera che subito dopo la nascita lo abbandona non potendolo accudire. Chiatti passa così i primi anni della sua vita in un brefotrofio, un istituto che alleva i neonati illegittimi e abbandonati. Verso i sei anni, verrà adottato da un medico di Foligno, Ermanno Chiatti. In quel momento il nome gli venne cambiato.

Era il 4 ottobre del 1994 quando si delinea lo scenario della prima vittima. Si trattava di Simone Allegretti, un bambino di soli quattro anni che venne ritrovato senza vita. Fu inquietante quello che accadde poco prima del ritrovamento. In una cabina telefonica di Foligno, venne trovato un biglietto e in cui qualcuno rivendicava l’omicidio del piccolo, firmandosi “il mostro”. In quello stesso biglietto, il killer scriveva che sarebbe accaduto di nuovo.

Luigi Chiatti, il mostro di Foligno
Luigi Chiatti in una delle udienze del processo – Foto ANSA (chihaucciso.it)

Il 7 agosto dell’anno dopo, nel 1993, ci fu un secondo omicidio. Questa volta si trattava di un tredicenne, Lorenzo Paolucci che fu ritrovato in un dirupo ucciso a coltellate. In questo caso, l’omicidio non fu così perfetto come nel primo e gli inquirenti riuscirono a seguire una scia di sangue che portava proprio all’abitazione dove la famiglia Chiatti trascorreva le vacanze. Riuscirono ad ottenere subito una confessione sia di questo omicidio che di quello del piccolo Simone Allegretti.

Il processo ebbe inizio il 1° dicembre del ’94 con una condanna a ben due ergastoli. Dopo la confessione, pare che abbia addirittura detto che, nel caso dovesse uscire, lo rifarebbe ancora. Nel 2015, Chiatti ha terminato di scontare la sua pena anche se ha ricevuto poi l’obbligo di soggiornare nella Rems di Sardegna (struttura psichiatrica) ancora per almeno tre anni.

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