Stefano Cucchi, processo d’Appello bis: sorella Ilaria su Mandolini e Tedesco

Ha preso il via il processo bis nell’ambito del caso Stefano Cucchi, che vede imputati il maresciallo Roberto Mandolini e Francesco Tedesco.

I due sono accusati di falso. Lo scorso 4 aprile la Cassazione aveva disposto un nuovo processo d’Appello nell’ambito dell’udienza in cui è stata resa definitiva la condanna a 12 anni di carcere carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale.

Stefano Cucchi, processo d’Appello bis
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, su Mandolini e Tedesco – chihaucciso.it

In occasione del nuovo processo, a prendere la parola è stata Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, la quale a Cusano Italia Tv ha dichiarato, come riferisce Il Fatto Quotidiano: Il maresciallo Roberto Mandolini è stato colui che si è sentito talmente intoccabile da continuare per anni a offendermi sui social raccontando la sua verità con la sua divisa piena di stellette.

“Quindi – prosegue mi auguro che Mandolini non la faccia franca. Vado avanti con la forza che mi danno tutti quei romani che quotidianamente incontrandomi mi dicono ‘daje Ilaria’”.

Francesco Tedesco, personaggio chiave

Francesco Tedesco, così come i suoi colleghi Casamassima e Rosati, è stato importante per la riapertura delle indagini. E poi ha subito le conseguenze di quel suo atto di coraggio.

Ilaria Cucchi ha inoltre aggiunto nel corso della trasmissione “Giallo d’estate”. Tutte le volte che mi chiedono come mai li ho perdonati nonostante abbiano parlato dopo così tanti anni, io rispondo che sin dal primo processo sul pestaggio mi sono resa conto dei motivi per cui quei carabinieri avessero così tanta paura. E facevano bene ad aver paura, perché poi hanno subito attacchi pesanti e declassamenti vari.

“Io – prosegue – ho assistito a tutte le udienze e si respirava sempre un’aria terribile. Si assisteva proprio a un atteggiamento di netta superiorità da parte degli indagati, degli imputati, rispetto a noi semplici cittadini ma anche rispetto al giudice. E questo veramente fa paura perché la dice lunga sul senso d’impunità di queste persone che invece alla fine sono state condannate per depistaggio”.

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