Svolta in uno dei cold case più misteriosi d’Italia: arrestata dopo 27 anni

Ci sono voluti ben 27 anni e una nuova indagine, ma finalmente uno dei cold case più misteriosi del nostro Paese sembra poter arrivare all’esito conclusivo.

Il caso di cui parliamo è quello della 24enne Nada Cella, protagonista, suo malgrado, del delitto passato alla storia come l’omicidio di Via Marsala, avvenuto a Chiavari, in provincia di Genova, il 6 maggio 1996. Il delitto è rimasto irrisolto per molto tempo ma, a quanto si legge dalle cronache giudiziarie, potrebbe esserci una svolta fondamentale per arrivare all’attribuzione delle corrette responsabilità.

Nada Cella
Un fotogramma di un servizio televisivo che si è occupato del delitto – chihaucciso.it – Fonte Rai Play

Ricordiamo che Nada Cella lavorava come segretaria presso lo studio del commercialista Marco Soracco da cinque anni, al secondo piano di un immobile. Giunta al lavoro alle 8.35 del 6 maggio 1996, intorno alle 9 ricevette una persona che aveva suonato al citofono. Fu aggredita e colpita con almeno quindici contusioni alla testa e al pube con un oggetto mai ritrovato.

Chi è la donna ora a processo

Del delitto è ora accusata Anna Lucia Cecere, un ex insegnante oggi 55 enne, che vive in provincia di Cuneo ed è formalmente imputata di aver ucciso la Cella nell’ufficio del datore di lavoro della vittima. Con lei sono indagati lo stesso commercialista e la madre, Marisa Bacchioni, per favoreggiamento e per false dichiarazioni al pm, con l’accusa di aver mentito nel corso degli interrogatori.

Nada Cella
Del caso della giovane Nada si occupò anche la trasmissione Chi l’ha visto – chihaucciso.it – Fonte Chi L’Ha Visto

Secondo il pm Gabriella Dotto, la segretaria sarebbe stata uccisa per rancore e gelosia nei confronti della vittima, sia per la posizione occupata dalla donna che per la sua vicinanza al commercialista. Ricordiamo che all’epoca dei fatti il commercialista fu a lungo indagato e sospettato per l’omicidio, per poi essere scagionato.

Per gli inquirenti la segretaria avrebbe scoperto qualcosa durante il suo lavoro. Qualcosa che probabilmente non avrebbe dovuto scoprire e che l’ha purtroppo condannata a morte.

Secondo le nuove ricostruzioni, infatti, la donna che è oggi accusata del delitto si sarebbe recata nello studio del commercialista per compiere l’efferato omicidio. E, sempre secondo le ricostruzioni, nello studio sarebbe stato presente anche lo stesso commercialista.

La posizione del professionista sembra essere ora piuttosto grave: non solo non avrebbe detto la verità dei suoi rapporti con Nada Cella, a cui avrebbe fatto avance, e quelli di Anna Lucia Cecere, ma rimane anche da chiarire perché la donna si sarebbe trovata con un’ampia disponibilità di denaro di cui prima non godeva. La donna avrebbe giustificato quelle somme legandole a un’eredità, ma per la procura sarebbero in realtà state versate sul conto della Cecere a distanza di due anni dal delitto.

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